MAECI – NEARSHORING E RE-SHORING IN MERCATI EMERGENTI, ANALISI COMPARATIVA FRA ASIA, AMERICA LATINA ED AFRICA

L’arrivo della pandemia di Covid-19, seguita dall’invasione dell’Ucraina, i conflitti in Medio Oriente e le tensioni dei rapporti commerciali fra Stati Uniti e Cina hanno messo in risalto l’esposizione a rischi collegati alla frammentazione internazionale dei processi produttivi e delle catene globali del valore (CGV). Più in generale il dibattito riguardo il futuro della globalizzazione ha sottolineato come i processi di internazionalizzazione della produzione ha perso vigore e portato attenzione ai possibili benefici di una localizzazione delle fasi produttive più vicine alla domanda finale (nearshoring).

Il dibattito sulle politiche commerciali ed industriali in Italia, e nell’Unione Europea nel suo insieme, si è concentrato sulla possibilità, ed opportunità, di una ristrutturazione delle CGV verso paesi meno esposti a rischi geopolitici. Quest’attenzione è emersa in particolare in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha spinto l’Italia e gli altri stati membri dell’Unione Europea a cercare fornitori alternativi di prodotti energetici. Inoltre, anche la forte dipendenza della produzione industriale, anche in settori ad alta tecnologia, dalla Cina, ha accentuato l’esigenza di rendere le catene globali del valore (CGV) più resistenti a possibili shock esterni.

Obiettivo

Il progetto si prefigge come obiettivo principale di esplorare le dinamiche di nearshoring e ristrutturazione delle CGV in mercati emergenti, concentrandosi su tre aree in particolare. In primo luogo, l’analisi si concentrerà sull’Asia, e la regione del pacifico più in generale. Studi precedenti hanno mostrato come questa regione abbia accresciuto la quota di valore aggiunto importato dall’interno della regione stessa (Bontadini et al. 2023). Resta però meno chiaro quale sia la struttura dei flussi di valore aggiunto interni alla regione, ed in particolare quanto centrale sia la posizione della Cina. Questo è un aspetto cruciale perché permette di esplorare se sia possibile, per i paesi Europei, di rifornirsi da altre economie emergenti della regione in alternativa alla Cina.

In secondo luogo, il progetto produrrà una mappatura dei legami di produzione internazionale dell’America Latina e del Nord America. Bontadini et al. (2023) mostrano che questa regione ha storicamente un livello molto elevato di integrazione economica con paesi al di fuori della regione. In questa ottica è importante capire quali sono i partner principali della regione e quali sono i settori, in particolare quelli delle risorse naturali, in cui c’è maggior potenziale di integrazione con l’Italia e l’Unione Europea.

In fine, il progetto si concentrerà sui legami fra i paesi europei e le principali economie africane. Le relazioni commerciali fra Europa ed Africa hanno ricevuto crescente attenzione, in particolare come fonte alternativa per soddisfare il fabbisogno energetico dei paesi Europei, ma anche in un’ottica di sviluppo industriale del continente africano al fine di stabilire delle relazioni commerciali reciprocamente benefiche.

Metodologia e dati

Dati

Per gettare nuova luce sulle domande di ricerca discusse nella sezione precedente, il progetto si avvarrà dell’ultima edizione delle tavole input-output internazionali, “Inter-country input-output” (ICIO), compilate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD). Le tavole coprono 76 economie e 45 industrie per il periodo 1995-2020. Un aspetto particolarmente rilevante di questa nuova fonte di dati è che include, per la prima, volta le principali economie africane, quali il Sud Africa, la Nigeria, l’Egitto, il Marocco, la Tunisia, il Camerun, la Cote d’Ivoire ed il Senegal.

Naturalmente, esistono anche altre fonti di dati possibili, come quelle di dati di commercio internazionale che offrono una copertura geografica, ma hanno uno svantaggio fondamentale per lo studio dei legami produttivi nell’ambito delle CGV. Un aspetto fondamentale è infatti la possibilità di catturare con le ICIO non solo legami commerciali diretti, di import ed export, ma anche indiretti. A titolo d’esempio, basta considerare il fatto che un paese può importare prodotti che contengono input importati a loro volta da paesi terzi.

La letteratura ha proposto diverse misure di partecipazione in CGV (Borin et al. 2022) ed il livello di frammentazione delle CGV (Los et al. 2015) e possibili applicazioni per studiare questi legami produttivi attraverso l’analisi di reti (Amador e Cabral 2017, Fagiolo et al. 2010). Il progetto applicherà ed amplierà questi approcci metodologici ai nuovi dati ICIO per rispondere alle domande di ricerca discusse in precedenza.

Metodologia di lavoro

Il progetto si avvarrà di misure di partecipazione a CGV che sono state sviluppate nella letteratura accademica sull’analisi input-output. Come discusso brevemente in precedenza, l’uso di tavole input- output ha il vantaggio cruciale di permettere di scomporre la domanda finale di ogni paese, risalendo al valore aggiunto, attivato in ogni paese ed industria che partecipa anche in modo diretto alla produzione dei beni finali consumati. Il livello di analisi del progetto sarà in particolare il settore “verticalmente integrato”. Questo vuol dire che si guarderà alla produzione di prodotti finiti (per esempio gli autoveicoli acquistati come bene finito in Italia) e si otterranno misure sul livello di frammentazione della produzione osservando il contributo – in valore aggiunto – di ogni paese e settore che partecipa alla produzione del bene finito, fornendo beni e servizi intermedi. Tenendo questa intuizione metodologica a mente, descriviamo in quanto segue l’approccio metodologico e le misure di CGV che verranno applicate ad ogni domanda di ricerca.

I. Struttura dei flussi di valore aggiunto interni alla regione di Asia e Pacifico, ed in particolare quanto centrale sia la posizione della Cina. Il progetto userà le tavole ICIO e le misure sviluppate dalla letteratura sull’analisi input-output per identificare i legami produttivi all’interno della macro- regione Asia e Pacifico, identificando i principali paesi e settori. In particolare, si guarderà all’evoluzione della quota di valore aggiunto regionale che ogni CGV importa dall’interno della regione, una misura quindi di nearshoring. Un aspetto aggiuntivo, e di particolare interesse per rispondere alla domanda di ricerca, consiste nella possibilità di interpretare le tavole ICIO come matrici di adiacenza a cui è possibile applicare l’analisi di rete per individuare quali sono i nodi principali. Il progetto calcolerà quindi misure di centralità per i paesi e settori disponibili per caratterizzarne la struttura. Questa analisi permetterà di individuare per ogni CGV i principali paesi e settori, con un’attenzione particolare alla possibilità di individuare CGV dalle quali sia più semplice diversificare la produzione per ridurre la dipendenza dell’Unione Europea nei confronti della Cina.

II. Quali sono i principali partner commerciali dell’America Latina e del Nord e quali settori hanno un maggior potenziale di integrazione con l’Unione Europea. Per rispondere a questa domanda il progetto utilizzerà delle misure di partecipazione alle CGV per ogni paese della regione in modo da identificarne sia i principali mercati di riferimento che i principali fornitori intra- ed extra-regionali. Particolare attenzione verrà posta sul ruolo di Stati Uniti e Cina, rispetto all’Unione Europea, ed al settore minerario dato che la produzione di materie prime critiche come il litio ed il rame è concentrata in Cile e Perù.

III. In che misure è possibile sviluppare un partenariato commerciale fra Europa ed Africa. Il progetto produrrà una nuova mappatura dei legami commerciali, diretti ed indiretti, delle economie africane incluse nelle ICIO. In particolare, verranno calcolate misure di partecipazione alla CGV e si individueranno le CGV Europee alle quali i paesi africani contribuiscono di più. Attraverso questo esercizio verranno identificati i settori nei quali è più probabile che gli scambi commerciali fra Africa ed Europa si intensifichino. I legami esistenti fra Africa ed Europa verranno anche esplorati in un’ottica comparativa rispetto a quelli esistenti fra Africa e Cina.

Ricercatori

Il gruppo di ricercatori Luiss coinvolti nel progetto comprende tre ricercatori senior (Valentina Meliciani, Maria Savona e Ariel Wirkierman), 1 ricercatore junior under 40 (Filippo Bontadini). Si tratta di un gruppo di esperti nelle tematiche trattate dal progetto. In particolare la Prof.ssa Valentina Meliciani e la Prof.ssa Savona hanno pubblicato numerosi articoli in prestigiose riviste internazionali sui temi del progetto, con un focus specifico sulle catene globali del valore; il dr. Wirkierman è un esperto internazionale nell’uso della tavole input-output che gli hanno consentito di analizzare le interdipendenze tra Paesi e settori nell’ambito di diverse aree. Su questi temi ha pubblicato su prestigiose riviste internazionali. Questa expertise è fondamentale per tracciare le tendenze di regionalizzazione delle catene globali del valore tenendo conto dei flussi di commercio diretti e indiretti tra settori. Il dr. Bontadini ha conseguito un PhD allo SPRU (Università del Sussex) sulla tematica delle catene globali del valore oltre ad aver pubblicato su riviste prestigiose nell’area tematica del progetto. Il gruppo di ricerca è anche ben bilanciato in termini di genere, di presenza di ricercatori senior e junior ed ha un profilo internazionale. In quel che segue si riportano nel testo dei brevi profili dei ricercatori coinvolti e una selezione delle loro pubblicazioni sui temi del progetto. I curricula completi sono allegati alla domanda. Il Progetto si avvarrà anche della collaborazione di due ricercatori del CEP (André Wolf ed Eleonora Poli), esperti di economia internazionale.

Finalità e risultati attesi

Il progetto fornirà nuove evidenze empiriche sul processo di integrazione nelle CGV nelle tre principali regioni con mercati emergenti. Questi fenomeni sono di grande interesse per diverse ragioni.

In primo luogo il progetto fornirà preziose indicazioni su come l’Italia e l’Europa si possono inserire nelle CGV di mercati emergenti. Nonostante nel lungo periodo l’integrazione economica abbia riguardato tutti i paesi, le economie europee rappresentano un’eccezione in termini di intensità di questa integrazione ed è probabile che altre regioni del mondo seguano percorsi diversi di integrazione economica.

L’America Latina, per esempio, ha storicamente avuto un processo di integrazione economica regionale piuttosto debole, sviluppando forti dipendenze nei confronti della Cina, sia in termini di fornitura di input che come mercato di riferimento per le risorse naturali di cui il continente è ricco. L’Africa sembra seguire una tendenza simile, con un’integrazione regionale ridotta a fronte di una crescente integrazione con la Cina.

Le economie asiatiche invece hanno visto una crescente integrazione regionale, dal punto di vista economico, con la Cina che è emersa come hub centrale della produzione.

Il progetto permetterà quindi di mappare queste relazioni economiche e di individuare i rischi e le opportunità per l’Italia e l’Europa.

Il progetto di ricerca produrrà quindi tre output concentrandosi si ognuna di queste tre macro regioni, utilizzando le tecniche di analisi input-output all’avanguardia ed la nuova edizione delle ICIO compilate dall’OECD che permettono, per la prima volta, di includere le maggiori economie africane nell’analisi.

Partner

Centro di Politica Europea

Il Centro di Politica Europea (CEP) è un istituto di ricerca indipendente che si dedica all’analisi delle politiche pubbliche in Europa. Fondato nel 1995, il CEP opera con l’obiettivo di promuovere la comprensione e lo sviluppo delle politiche economiche europee attraverso ricerche rigorose, studi comparativi e analisi delle policy. L’istituto fornisce informazioni e consulenze basate su evidenze empiriche per supportare il processo decisionale a livello europeo, nazionale e locale.

Il CEP si distingue per la sua capacità di anticipare e interpretare i cambiamenti economici e politici, offrendo un contributo significativo al dibattito sulle politiche europee. Tra le sue attività principali figurano l’analisi delle dinamiche economiche e sociali, la valutazione delle politiche pubbliche, lo studio delle tendenze di mercato e l’osservazione delle evoluzioni legislative. Il CEP è noto per la sua competenza nell’analisi delle politiche di regolamentazione, delle strategie di crescita sostenibile e della governance economica.

Nell’ambito del progetto, il CEP fornirà un supporto essenziale nello studio delle relazioni commerciali tra Italia e Africa e delle politiche di investimento e di upgrading industriale. Contribuirà anche alla stesura del policy brief su questo tema.

Inoltre, il CEP faciliterà la disseminazione dei risultati del progetto attraverso la sua rete di contatti e le sue piattaforme di comunicazione, contribuendo a diffondere le scoperte della ricerca a un pubblico più ampio di accademici, policy maker e stakeholders del settore industriale.

Infine il, CEP parteciperà all’organizzazione del Workshop finale che si terrà presso la Luiss.
Il dott. Andre Wolf la dott.ssa Eleonora Poli del CEP collaboreranno con i ricercatori della Luiss Guido Carli nell’analisi dei dati e nella diffusione dei risultati. La loro esperienza e le loro competenze saranno fondamentali per garantire la qualità e la rilevanza delle analisi svolte, nonché per assicurare che le raccomandazioni di policy derivanti dal progetto siano basate su solide evidenze empiriche e siano efficacemente comunicate ai decisori politici e agli attori economici.

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