Policy Briefs
R. Perissich: L’Europa alla prova della maturità
Tutto ciò che Trump fa sul piano internazionale, si muove in modo imprevedibile all’interno di un triangolo fatto di narcisismo, cinismo e incompetenza che si può in ogni momento trasformare nel triangolo delle Bermude. Oppure, avendo dietro di sé la forza degli Stati Uniti, può produrre un risultato. Quanto duraturo, nessuno lo può prevedere, ma a Trump interessa poter proclamare un risultato, non che sia duraturo. La sequenza delle riunioni dei giorni scorsi, prima fra Trump e Putin in Alaska, poi quella con Zelensky e gli europei “volonterosi” a Washington, ci lasciano due indicazioni. La prima è che Trump, impostando il negoziato in senso favorevole alle richieste di Putin su alcuni punti importanti, ha di fatto ristretto i margini di manovra di Zelensky e degli europei. Ciò che ha indotto forse in modo un po’ affrettato molti osservatori e ovviamente i media russi, a proclamare la vittoria di Putin. La seconda, tuttavia, è che è obbiettivamente difficile per Trump non tenere conto della posizione degli europei e soprattutto di Zelensky. In queste condizioni sarebbe oggi temerario formulare previsioni sul risultato finale. Al momento di congedare queste riflessioni, le prospettive di un negoziato che conduca alla fine delle ostilità, sembrano piuttosto remote.